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Dubstep. Dall'inizio.

 Niente è più difficile da padroneggiare delle varie correnti e sottocorrenti dalle quali il dubstep ha preso forma, così come è impresa ardua monitorare come si deve quello che il genere ha a sua volta tramandato come eredità, lasciando tracce in svariati generi musicali, diventando tanto estemporaneo (e riconoscibile) elemento di decorazione ritmica, quanto impalcatura complessiva sulla quale erigere i brani.

Fatto sta che, fino a pochi anni fa, il dubstep era IL principale fenomeno della Londra underground, dotato di un proprio santuario di alfieri e di tratti estetico/sonori riconoscibili, capace di passare da fenomeno di nicchia ai lidi mainstream. 

Proverò a tracciare la sua identità in modo "empirico", a partire dai primi esemplari dati alle stampe, tirando fuori dall'ascolto l'identikit di una delle più fervide e interessanti correnti degli ultimi anni.
"We all started writing bassline music at around 138BPM, then meeting up on Fridays and playing them to each other. Since we grew up around soundsystems, the sound was all about the bottom end, but we had our own vibes: Mala had his broken dub house, Coki was more ragga and dancehall and I was trying to re-invent jungle in my head, because I just couldn't understand why it wasn't working".
*Loefah intervistato da Vice sulle origini del dubstep.
I primi esemplari di dubstep che sono riuscito a scovare (il termine appare per la prima volta nel 2002), sono i lavori di Dub War e Benga, che a inizio anni zero producono singoli destinati a fissare i canoni del genere. "Murderous Style / Generation" e "Skank / Dose", usciti rispettivamente nel 2001 nel 2002 per Tempa e Big Apple, incalzano con una musica fatta di pochi ma decisivi elementi: bassi intensi e grassi e ritmica sincopata di derivazione 2-step. In sostanza si prende la drum and bass per rallentarla, squadrarla e irrigidirla, colorandola di tonalità notturne, riflessive e atmosferiche, e si abbraccia un approccio produttivo all'insegna dell'effettistica dub e della manipolazione sonora.



Altri nomi che iniziano a calcare l'universo Uk bass sono Horsepower Productions, tra i primi a sfornare un long playing ("In Fine Style", 2002), Kryptic Minds, che invece avrebbe aspettato fino al 2009 per l'esordio (dando però alla luce numerosi singoli, tra cui la bombastica "Whiplash"), Kode9, che insieme a Benny Ill pubblica, nel 2002, la cupa "Tales from the Bass Side" (un nome un programma) e Distance (che dopo i singoli del 2003 produrrà album ragguardevoli).

"Hydro / Elektro" EP
È tra il 2004 e il 2006, però, che il genere inizia a fermentare e crescere, cominciando a farsi i muscoli per la successiva fase d'oro. In questo periodo gli EP e i singoli si moltiplicano, i nomi più talentuosi iniziano a farsi strada, le componenti stilistiche si affinano: Dygital Mystikz, Loefah, Skream, Shackleton, Vex'd, Milanese, Boxcutter, Scuba, Caspa si distinguono per tecnica, creatività ed espressività.

Tra gli EP degni di nota, in particolare, "1Up" di Milanese, capace di sfoggiare un'infatuazione per i chiptunes che sarebbe stata un'importante eredità, "Jungle Infiltrator" di Loefah, piccolo gioiellino di atmosfera fumosa e notturna, "Closer Than You Think" di Distance, sedizioso e complesso, sorta di versione aggiornata degli Autechre, e "Hydro" di Benga & Skream, già campioni del nuovo sound.

Gli esordi (2002-2004) - discografia minima:
  • Benga - Skank / Dose (12", 2002, Big Apple)
  • Benny Ill, Kode9 & The Culprit - Fat Larry's Skank / Tales From the Bass Side (12", 2002, Tempa)
  • Horsepower Productions - In Fine Style (2002, Tempa)
  • Benga & Skream - The Judgement EP (2003, Big Apple)
  • Spectr - Motion / Red Hot (12", 2003, Hotflush)
  • Distance - Closer Than You Think EP (2004, Lix Corruptions)
  • Loefah - Jungle Infiltrator EP (2004, Big Apple)
  • Milanese - 1Up EP (2004, Warp)
  • Toasty - The Knowledge / Like Sun (12", 2004, Hotflush)
  • Various Artists - Dubstep Allstars Vol.1 (2004, Tempa)

Le realtà destinate a cambiare radicalmente la percezione dell'importanza del dubstep sono però altre due. Proprio in questo periodo di "incubazione", nel 2005, esce il primo album di Vex'd, dall'eloquente titolo "Degenerate", tour de force di beat martellanti, bassoni wobble, rumorismi abrasivi e urticanti. La potenzialità espressiva del genere non era mai stata resa in maniera più esplicita ed eloquente, tanto che il primo lavoro del produttore di Bristol può essere considerato il primo vero e proprio capolavoro dubstep.

Il secondo grande nome emerso nel 2005 è Burial, che con l'EP "South London Boroughs" compie un passo speculare e ugualmente importante. Nelle mani di Burial il dubstep diventa genere notturno per eccellenza, fantasmatico e spettrale, sottile e duro al contempo, ricco di risonanze ambientali e oniriche. 

Proprio Burial, nel 2006, inaugura con il primo lavoro omonimo uscito per la Hyperdub, la stagione degli album: i protagonisti della scena si dedicano finalmente al formato long playing, mettendo alla prova quanto sperimentato negli anni.
Skream con "Skream!", Kode9 & The Spaceape con "Memories of the Future", Boxcutter con "Oneiric", Milanese con "Extend", Benga con "Newstep": ogni album traccia solchi personali mostrando un manipolo di artisti con moltissime cose da dire e tanta carne da mettere sul fuoco. Se "Burial" è già proiettato verso dimensioni Future Garage, gli altri lavori focalizzano ognuno diverse proprietà della materia dubstep: quella maggiormente dance-oriented e dub (Benga e Scream), passando per il monotono futurismo dub di Kode9 e giungendo alla ricca texturology di Boxcutter.

Tutti passi, questi, che assicureranno un posto di riguardo al nuovo stile elettronico nei club di tutto il mondo a partire dal biennio 2006/2007: partito dalle realtà underground di Londra e dintorni, il dubstep comincia a diventare fenomeno esportabile, dalle succose potenzialità mainstream (Britney Spears sdoganerà il basso dubstep nella sua "Freakshow").

A fare da vero spartiacque tra un prima e un dopo, però, è l'uscita di "Untrue" dell'ormai noto Burial. Con lui si può già parlare, sebbene prematuramente, di "post-dubstep", vista la natura ibrida e assolutamente inusuale del sound. Echi e sbuffi, sfumature ambientali e fantasmi garage: ogni cosa filtra come attraverso una fitta nebbia, o come ovattata attraverso le spesse mura di una discoteca. Il suono di una grande città di notte. Conviene leggere l'ottima disamina di Simon Reynolds per un inquadramento adeguato.

Gli anni del consolidamento (2005-2007) - Discografia consigliata:
  • Burial - South London Boroughs EP (2005, Hyperdub)
  • Random Trio - Cyrus EP (2005, Tectonic)
  • Skream - Midnight Request Line / I (12", 2005, Tempa)
  • Vex'd - Degenerate (2005, Planet Mu)
  • Benga - Invasion EP (2006, Big Apple)
  • Boxcutter - Oneiric (2006, Planet Mu)
  • Burial - Burial (2006, Hyperdub)
  • Skream - Skreamizm Vol.I & II EP (2006, Tempa)
  • Boxcutter - Glypchic (2007, Planet Mu)
  • Burial - Untrue (2007, Hyperdub)
  • Distance - My Demons (2007, Planet Mu) 
  • Geiom - Island Noise (2007, Berkane Sol)
  • Pinch - Underwater Dancehall (2007, Tectonic)
  • Rusko - Babylon: Volume 1 EP (2007, Sub Soldiers)

skream benga dubstep
Skream e Benga
A partire da qui il genere è pronto per il salto che lo porterà alla notorietà a livello internazionale, imponendosi tra i generi elettronici più in voga. La musica dubstep si estetizza e amplia i suoi confini, estendendo il proprio linguaggio a compositori non britannici (si pensi agli olandesi Martyn e 2562) e vedendo riconosciuto il suo status in ambito mainstream: i La Roux faranno remixare a Skream la loro "In For the Kill", Rihanna farà uso di sonorità dubstep in "Rated R", il giapponese Hideyouki Fukasawa comporrà la colonna sonora in salsa dubstep di Street Fighter 4, addirittura i Korn vireranno verso sonorità elettroniche, fino allo sdoganamento totale di "On a Mission" di Katy B, dove underground e mainstream si fonderanno e trasformeranno vicendevolmente.



Il periodo in questione è quello, quindi, dove si pongono i presupposti per la successiva ondata Future Garage: produttori come Clubroot, Martyn, 2562 e Phaeleh cominciano ad estendere lo spettro sonoro verso un'elettronica futuristica e screziata, mentre il cerebrale Shackleton, con il suo "Three EPs", fornisce allo stesso tempo un ripasso e un quaderno degli appunti per le future strade da seguire.

Garage, chiptunes, soul, acid jazz, Uk funky, glitch, IDM, purple sound, wonky: le produzioni dubstep si fanno sempre più contaminate e ibride, per una frammentazione stilistica ogni anno più radicale. Tutti i grandi protagonisti della prima ondata espanderanno la gamma cromatica del sound, tanto che tra il 2010 e il 2011 è difficile rintracciare una vera e propria somiglianza con lo stile originario ascoltando dischi avveniristici come quelli di Rustie, Zomby, Nero e Salva, già su altri pianeti.

Curioso, poi, è quanto realizzato da Darkstar ("North", 2010), Mount Kimbie ("Crooks & Lovers", 2010) e, soprattutto, James Blake ("James Blake", 2011): produzioni che dello stile originale conservano solo una lontana parentela, un'aurea estetica, ma che lavorano alacremente per dare al tutto un assetto nuovo. Il suono non è più chiuso e claustrofobico, ma aperto e espanso, nebulizzato, addirittura cantautoriale, oppure giocosamente dedito ad un cut&paste dalla malleabilità pop. Ora il dubstep non è più lo stesso, e la storia può finire qui.

Il successo e la deflagrazione (2008-2011) - Discografia consigliata:
  • 2562 - Aerial (2008, Tectonic)
  • Benga - Diary of an Afro Warrior (2008, Tempa) 
  • Distance - Repercussions (2008, Planet Mu)
  • Dusk + Blackdown - Margins Music (2008, Keysound)
  • Ital Tek - cYCLiCAL (2008, Planet Mu)
  • Scuba - A Mutual Antipathy (2008, Hotflush)
  • 2562 - Unbalance (2009, Tectonic)
  • Clubroot - Clubroot (2009, LoDubs)
  • Martyn - Great Lenghts (2009, 3024) 
  • Mount Kimbie - Maybes EP (2009, Hotflush)
  • Phaeleh - Within the Emptiness (2009, Urban Scrumping)
  • Shackleton - Three EPs (2009, Perlon)  
  • Various Artists - 5 Years of Hyperdub (2009, Hyperdub)
  •  Guido - Anidea (2010, Punch Drunk)
  • Ikonika - Contact, Love, Want, Have (2010, Hyperdub)
  • Ital Tek - Midnight Color (2010, Planet Mu) 
  • Mount Kimbie - Crooks & Lovers (2010, Hotflush)
  • Scuba - Triangulation (2010, Hotflush)
  • 2562 - Fever (2011, When in Doubt) 
  • James Blake - Kames Blake (2011, Atlas)
  • Katy B - On A Mission (2011, Rinse)
  • Machinedrum - Room(s) (2011, Planet Mu)
  • Nero - Welcome Reality (2011, Mercury)
  • Rustie - Glass Swords (2011, Warp)
  • Zomby - Dedication (2011, 4AD)

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