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Eleazar


lazzaro, bonnat, art, racconto matteo castello
Il problema peggiore è la puzza di morto. Una cosa disgustosa. Da diversi giorni non va via, e ammorba le mie giornate, ricordandomi da dove arrivo. Da dove sono tornato. Tutta Betania, dopo un primo momento di euforia, mi evita come si evita la peste. Deve essere insopportabile stare vicino a me, sono un morto che cammina, per quanto abbia fatto scalpore come “tornato in vita”. Ma che vita è questa, se sa ancora di morte? Mi sto ungendo e profumando, strofino la pelle - che intanto ritorna a prendere il suo colore normale - con forza, mi immergo in acqua e cerco di stare quanto più possibile all'aria e al sole.
Ho preso subito appetito, non appena tolte le bende. Nonostante le acclamazioni dei presenti, gli abbracci delle sorelle, la Sua presenza e gli occhi arrossati dei molti, la mia prima preoccupazione è stata quella di mangiare. Pane d'orzo insaporito con olio, pesce essiccato, qualche tocco di carne, vino e miele. In un attimo, allo stupore di trovarmi come uscito da un sonno pesante e nero si è sostituito, anzi, è divampato, il desiderio totalizzante di riempire lo stomaco -mi sembrava di essere a digiuno da anni. 
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Prima della passione

Si erano assopiti
Si erano... assopiti!
Nonostante tutto,
nonostante l'attesa
e il logorio dell'ansia
Nemmeno la fede
li aveva tenuti svegli
Nemmeno l'amicizia
-in quel frangente
ben più importante-
Niente da fare
se non attendere solo

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