Il sole tramontò lentamente dietro le colline mentre
Evie finiva di sgranocchiare il suo sandwich. Ormai duro, quasi avariato. I
campi si tingevano di ambra e amaranto e gli ultimi raggi sfocavano
languidi all’orizzonte. La luce le colpiva il viso frontalmente, lasciandole le
spalle ancora illuminate e il viso quasi in fiamme. Una brezza leggera soffiava
tra le spighe di mais che ondulavano pigre. Sembrava che il mondo si fosse
fermato per un istante per osservarla mangiare senza che lei se ne accorgesse.
Per guardarla lottare con quelle fette di pane povero, lattuga e forse
prosciutto. Chiuse gli occhi mentre addentava lo spuntino e cercò di assaporare
gli ultimi raggi che le attraversavano le palpebre.
Il sole scese ancora e il fascio di luce raggiunse la
fronte di Evie e le baciò i capelli. Ancora pochi istanti e la campagna sarebbe
stata invasa dall’oscurità, una tenebra assoluta, accecante. La ragazza lo
sapeva e l’espressione soddisfatta e goduta si trasformò presto in una smorfia
di ansia e apprensione. Doveva ripartire, non poteva più rimandare. Con rapidi
morsi finì il panino che aveva sperato, almeno per una volta, di godersi fino
in fondo. Raccolse gli stivali e se li infilò mentre i suoi pensieri saettavano
già nel tramonto, verso casa.