Si
alza, la testa un po’ scossa. Il piede non trova la ciabatta, era sicuro fosse
lì. Barcolla fino alla porta ancora mezzo confuso. Ha un vago sentore di
urgenza per la testa – ah sì, la sveglia – e quasi non si rende conto che è già
in cucina. Mentre cerca la caffettiera d’istinto, lascia che il cervello
connetta lentamente, senza sforzi. La sensazione di urgenza passa, lo shock
della sveglia è finito. Arriva un’ondata di malinconia mentre ormai la
caffettiera è già magicamente pronta.
Cri si ferma un attimo, la fissa e per mezzo secondo si chiede come ha fatto a
montarla in questo stato d’incoscienza. Ripercorre due passaggi all’indietro e
si ritrova impantanato in quella vischiosa malinconia mattutina. Perché,
perché? Spalanca le tende ma la nebbiolina autunnale non lo aiuta. I lampioni
arancio delle sei di mattina si vedono a stento in mezzo a tutta quella
foschia. Evvai! Un’altra giornata che comincia col piede giusto.
“Caffèèè”